È stato presentato nei giorni
scorsi dal Centro Ricerche di Federconsumatori nazionale uno studio sui costi
dell’acqua e sulla qualità del servizio idrico.
La ricerca (nella versione
completa su www.federconsumatori.it) è nazionale ma consente diversi raffronti
tra i 112 capoluoghi di provincia, tra cui Parma.
Iniziamo dai costi. Nel 2013 la
media dei rincari è andata ben oltre l’inflazione, assestandosi a +6,3%
rispetto all’anno precedente. Allargando il confronto all’anno 2000, l’aumento
è pari al 67%, mentre l’indice dei prezzi è stato +30%. La spesa media
nazionale, per una famiglia di tre persone,
con un consumo di centocinquanta metri cubi, risulta pari a 241 euro.
Veniamo ai primi confronti: a
Parma la spesa si colloca (ben sopra la media) a 331 euro, a fronte del minimo
di Milano, 88 euro e il massimo di Pisa, 381 euro. Confrontando i dati
regionali, Parma si colloca sopra Modena (220 euro) e Bologna (240 euro) e sotto Reggio Emilia
(330 euro).
La ricerca si sofferma poi sul
confronto tra le diverse Carte dei Servizi a tutela degli utenti.
Comparando le voci più
significative, a partire dai tempi di esecuzione dell’allacciamento, il tempo
medio è pari a 36 giorni, Iren Emilia per Parma fissa un tempo mobile compreso
tra 21 e 63 giorni, decisamente troppo aleatorio e senza dubbio lontano dalle
migliori posizioni. Per quanto riguarda il tempo massimo di attivazione per la
fornitura la media del campione riferita a questo standard è di 9 giorni di
calendario, e in questo caso Parma con 7 giorni raggiunge un buon livello di
efficienza.
Circa i tempi di allaccio alla
fognatura pubblica, il cui tempo medio è di 45 giorni, Iren Emilia gioca su un
range troppo elevato compreso tra 21 e 63 giorni. Il tempo massimo in giorni
per provvedere a rettificare le fatture vede invece Parma con tempi quasi
doppi, 90 giorni, rispetto ai 53 della media nazionale, con punte (Padova) di
due giorni.
Per quanto invece concerne i tempi
di risposta alle richieste e ai reclami degli utenti Parma si colloca sotto la
media nazionale, con 20 giorni contro 26.
In sintesi, stando ai dati della
ricerca, sia sul fronte della spesa che su quello della Carta dei Servizi degli
utenti a Parma esistono per il futuro significativi spazi di miglioramento e di
maggiore efficienza.