Al momento stai visualizzando Inflazione, dati statistici e vita reale: l’indagine sul campo di Federconsumatori Parma sul carrello della spesa

Sono stati diffusi oggi, 30 settembre 2022, i dati ufficiali sull’inflazione che, mai così alta da quarant’anni, veleggia, a settembre, al 9,5% annuo, con la componente “carrello della spesa” che balza all’11,8%.

Proprio ieri, Federconsumatori Parma ha effettuato la prima rilevazione sul campo per misurare l’aumento dei prezzi, prendendo a riferimento uno scontrino del 28 settembre 2021 e lo stesso, con identici prodotti, nel medesimo punto vendita, del 29 settembre 2022.

In questa prima rilevazione cui ne seguiranno altre, ci si è focalizzati su una fascia di punto vendita a basso prezzo, il Lidl di Colorno, indicativo poiché questa catena applica gli stessi prezzi in tutti i negozi.

Per una comparazione che non lasciasse spazio ad elementi di aleatorietà, abbiamo preso in considerazione solo i prodotti non legati a stagionalità.

Lo scontrino dell’anno passato valeva 72.68 euro, eliminati i prodotti stagionali e quelli non più presenti oggi, la cifra si abbassa 44.06 euro, decisamente inferiore perché sono usciti prodotti a maggior valore come carne, pesce, frutta.

Oggi la stessa spesa vale 52.29 euro, con un incremento del 15,8%, contro un dato inflattivo ufficiale del carrello della spesa del’11,8%; in percentuale un dato inflattivo superiore del 25,3%.

Dei 28 prodotti presi in esame, solo in tre casi si registra un decremento, tutti gli altri segnano un rialzo, talvolta molto marcato.

” Anche chi sceglie una catena con prezzi contenuti, paga un alto prezzo all’inflazione, più alto di quello che riescono o vogliono cogliere le statistiche ufficiali – spiega Fabrizio Ghidini, presidente di Federconsumatori Parma– . Continuiamo a ripeterlo e non ci stancheremo di farlo, l’attuale evoluzione dei prezzi e i rincari del gas e dell’energia elettrica (sia del mercato libero, oggi letteralmente esplosi con numeri a tre cifre, che del mercato tutelato), rendono la situazione non sostenibile per le famiglie e non solo quelle classificate come povere o appena sopra questa soglia. A inizio 2023 in tanti non riusciranno a fare fronte alle spese, se non indebitandosi. Tra l’altro questi dati inflattivi stanno bruciando il piccolo risparmio che si assottiglia di mese in mese. Gli strumenti messi in campo fino a ora non bastano più: a situazione straordinaria servono risposte straordinarie che mettano al primo posto la tutela e la salvaguardia delle persone in carne e ossa che non possono più essere sacrificate in nome di altri interessi”.

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