È stata presentata la XV Indagine nazionale a campione sulle tariffe 2016 del servizio idrico integrato, promossa da Federconsuamtori e Anea, l'Associazione Nazionale Autorità e Enti di Ambito.
La ricerca, visionabile e scaricabile nella sua interezza sul sito www.federconsumatori.it serve a confrontare il costo che gli utenti sopportano per il servizio idrico su tutto il territorio nazionale, prendendo a riferimento i valori delle città capoluogo.
Come noto, la composizione della tariffa è un meccanismo abbastanza complicato. La voci che compongono la tariffa sono la quota fissa, l'IVA10%, il servizio di depurazione, il servizio fognatura e il servizio acqueotto. L'approvazione delle tariffe segue un percorso tortuoso dove l'ultima parola spetta alle autorità di vigilanza, regionali (ATERSIR) e nazionali (AEEGSI).
Prendendo a riferimento un consumo annuo di 150 mc annui, e senza considerare le tariffe sociali, il costo medio di un mc di acqua è pari 1,88 euro; a Parma il valore, più alto della media nazionale, è pari a 2,38 euro.
La spesa complessiva annua, con un consumo di 150 mc, a Parma, nell'anno 2016, è stata pari a 357,97 euro. Il valore più basso in assoluto lo registra Isernia con 86,27 euro, il più alto Pisa con 506,00 euro. In un confronto con realtà limitrofe, a Reggio Emilia il costo è pari 402,48 euro e Piacenza si attesta a 276,06 euro.
È interessante anche vedere la progressione degli aumenti. Dall'anno 2011 al 2016 a Parma l'incremento è stato pari al 28%, il 5,70% annuo. Le città di Reggio Emilia e Piacenza registrano rispettivamente incrementi del 28% e del 23%. L'unica città a segnare un decremento (-1%) è Palermo, mentre l'incremento maggiore lo registra Sondrio con +69%.
In sintesi, gli utenti di Parma sopportano un costo dell'acqua superiore alla media nazionale e leggermente più elevato della media regionale pari a 346 euro.
Per quanto invece concerne gli incrementi, la dinamica degli aumenti a Parma segue un andamento più contenuto rispetto alla media nazionale e a quella regionale.
Il quadro complessivo per gli utenti rimane critico, in quanto considerando il costo anche delle altre utenze, energia elettrica e gas, in rapporto ai redditi familiari medi, la quota di risorse assorbita da queste spese ineludibili si conferma a livelli molti elevati tali da compromettere altre possibilità di consumo sempre di carattere primario.
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