Al momento stai visualizzando La disciplina del recesso nel contratto stipulato dal consumatore

Il recesso è l’atto con il
quale una parte può sciogliersi unilateralmente dal vincolo contrattuale, in
deroga al principio sancito dall’art. 1372 del Codice Civile.

 

Quando si parla di recesso dal contratto occorre preliminarmente
fare distinzione tra due distinte categorie contrattuali: da un lato i
contratti conclusi nei locali commerciali; dall’altro i contratti conclusi
fuori dai locali commerciali e i contratti a distanza.

 

Per quanto riguarda i primi (si pensi all’ipotesi di acquisto di
un televisore in negozio), la leggenon
riconosce
 la
possibilità  di recedere dall’acquisto. Tale disposizione è basata sulla
presunzione che l’acquirente, fisicamente presente in negozio, sia in grado di
valutare ottimamente la qualità  e la tipologia del bene acquistato.

 

Per quanto riguarda invece i contratti negoziati fuori dai locali
commerciali (es. porta a porta) e i contratti a distanza (es. acquisto
on-line), il Codice del Consumo riconosce al consumatore la possibilità  di
recedere dal contratto entro 14 giorni decorrenti: dal giorno di conclusione
del contratto nel caso di contratto di servizi; dalla consegna della merce nel
caso di acquisto di un bene.

 

La comunicazione del recesso non prevede particolarità  formalità ,
potendo essere esercitata mediante invio di raccomandata a/r, Pec, o qualsiasi
altra dichiarazione esplicita della propria decisione.

 

Il professionista è tenuto a rimborsare ogni pagamento percepito
dal consumatore entro 14 giorni dalla conoscenza del recesso.

 

Deve essere inoltre considerata nulla qualsiasi clausola che
preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme
versate in conseguenza del diritto di recesso.

Da parte propria il consumatore deve restituire i beni al
venditore, o a chi da lui autorizzato, entro 14 giorni dall’esercizio del
diritto di recesso, accollandosi le relative eventuali spese (es. costi di
spedizione postale).

 

Vi sono naturalmente alcune eccezioni all’esercizio del diritto di recesso,
tra le quali le più frequenti sono: fornitura di beni confezionati su misura o
chiaramente personalizzati; fornitura di beni sigillati che non si prestano a
essere sostituiti per motivi igienici (es. Cosmetici in caso di apertura); fornitura
di beni che rischino di deteriorarsi o scadere rapidamente (es. alcuni beni
alimentari); fornitura di materiale audio, video o software sigillati che siano
stati aperti dopo la consegna; fornitura di giornali, periodici o riviste ad
eccezione dei relativi contratti di abbonamento.

 

In tutte le sopra menzionate ipotesi la legge non riconosce
l’esercizio del diritto di recesso in capo al consumatore, che rimane vincolato
al contratto stipulato.

 

Federconsumatori Parma resta disponibile ad ogni ulteriore chiarimento
sull’argomento.

 

Dott. Federico Gennari

 

“Realizzato
nell’ambito del Programma generale di intervento 2013 della Regione Emilia
Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico”

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