La
stampa locale ha dato conto nei giorni scorsi dell’impegnativa
discussione dell’Assemblea dei Sindaci presso la Provincia di Parma
sul tema dei rifiuti, in particolare se aprire all’incenerimento dei
rifiuti provenienti anche da fuori provincia, modificando un
orientamento fino ad ora contrario, alla luce però di una nuova
normativa nazionale e in attesa del nuovo piano smaltimento dei
rifiuti della Regione.
In
primo luogo Federconsumatori Parma sottolinea che l’incertezza e le
modifiche normative impediscono una programmazione a lungo a termine
(che sarebbe invece necessaria) e incentivano i comportamenti
opportunistici.
Ciò
premesso veniamo al tema dei riflessi che le scelte, nell’uno o
nell’altro senso, possono avere sulle tariffe, specificando
chiaramente che di promesse di riduzioni delle tariffe ce ne sono
state molte, ma mai realizzate.
Recentemente
Federconsumatori, in tutte le sedi competenti come Atersir Regionale
e di Parma e Tavolo del Comune di Parma sulla raccolta, ha insistito
sulla riduzione delle tariffe e il mantenimento delle promesse.
Con
l’aumento della raccolta differenziata le tariffe avrebbero dovuto
diminuire. Così non è stato, noi continuiamo a chiederlo. Con
l’avvio del Termovalorizzatore/Inceneritore le tariffe di smaltimento
avrebbero dovuto scendere. Così non è stato e noi continuiamo a
rivendicarlo.
Ora
alcuni sostengono che incenerendo più rifiuti, accogliendoli anche
da fuori provincia, si determinerebbe un abbassamento delle tariffe.
Discorso
teoricamente corretto ma, alla luce dell’esperienza, assolutamente
privo di certezze.
Occorre
inoltre tenere presente che fatta 100 la spesa di un cittadino per i
rifiuti, la quota per lo smaltimento vale circa 16%, mentre la
restante parte va per la raccolta, quindi si parlerebbe in ogni caso
di una riduzione da calcolare su una parte piccola della bolletta.
Federconsmatori
sostiene che l’abbassamento delle bollette deve passare attraverso la
diminuzione dei costi per la raccolta nel momento in cui i cittadini
con i loro comportamenti virtuosi (raccolta differenziata, tariffa
puntuale, rispetto delle fasce orarie, ecc..) consentono di
razionalizzare il sistema di raccolta e il riciclo del materiale; ciò
di cui si vorrebbero vedere effetti sulla bolletta per l’avvio del
Termovalorizzatore.
Sul
fatto di incenerire di più per spendere meno tre sono le
considerazioni: occorrono numeri certi per valutare di quali cifre
si sta parlando: diminuzione rispetto ai costi attuali o
contenimento di futuri aumenti di cui vocifera? Di che cifre si parla
per singolo utente, di pochi euro all’anno ? La formula matematica in
uso per la determinazione dei costi di smaltimento è ancora attuale?
Bisognerebbe poi chiedere ai cittadini se preferiscono spendere
qualche euro in meno ma avere più emissioni nocive nell’aria il che,
se si brucia di più, è inevitabile.
La
discussione complicata e molte altre sono le implicazioni che
occorrerebbe discutere, senza fretta, senza specchietti per le
allodole e facendo esoro delle esperienze negative fatte fino ad
ora.